mercoledì 11 novembre 2009

CONSULENZA: UN TERMINE ABUSATO!


In ambito finanziario la parola Consulenza è sicuramente tra le più usate, solo che nella maggior parte dei casi se ne fa un utilizzo improprio. Vediamo pertanto di fare un pò di chiarezza. L'introduzione della Direttiva Mifid ha reso l'attività di consulenza finanziaria un servizio di investimento, alla stregua della gestione di portafogli e della negoziazione. E' quindi un servizio altamente personalizzato, che per essere svolto in maniera ottimale richiede professionalità e competenza e non lascia spazio all'improvvisazione.
I soggetti che possono essere autorizzati allo svolgimento della consulenza sono Banche, Sim, Società di gestione; inoltre la Mifid ha introdotto una nuova figura, quella del Consulente Finanziario Indipendente.
Quest'ultimo può essere solamente una persona fisica, non può prestare alcun altro servizio d'investimento e deve possedere i requisiti di professionalità, onorabilità, indipendenza e patrimoniali stabiliti con regolamento del Ministro dell'Economia e delle Finanze.
Fare consulenza significa innanzitutto consigliare e non vuol dire vendere. Questo è il primo importante elemento di differenziazione. Occorre distinguere tra le varie figure professionali presenti attualmente sul mercato quali Promotori Finanziari, Intermediari Assicurativi, Agenti in attività finanziarie, Mediatori creditizi, Impiegati bancari e postali.Ognuna ha una propria dignità e specificità, ma comunque svolge attività differenti sul mercato.
Normalmente la maggior parte dei risparmiatori, anche per motivi di praticità, va nella banca sottocasa oppure dove c'è l'amico, il parente, il conoscente. Forse fino a qualche anno fa poteva essere una scelta saggia, ma negli ultimi anni il frequente turnover di personale ha reso poco praticabile la cosa. Oggi poi c'è soprattutto un altro problema che si chiama Budget!
I bancari sono costantemente pressati e vessati, come si evince anche dalle innumerevoli lettere di lamentela pubblicate sui giornali finanziari, dalle loro Direzioni Centrali o dal Capo Area di turno per rifilare vere e proprie "schifezze" ai loro clienti. Così allo sportello si piazzano prodotti come le Unit e le Index Linked, oppure gestioni patrimoniali, obbligazioni strutturate, con costi altissimi e molto penalizzanti per i loro sottoscrittori. Appare chiaro che in questi casi parlare di consulenza è veramente improprio, in quanto si tratta di mera vendita di prodotti.
Non consideriamo nemmeno ciò che viene consigliato in posta, dove gli addetti sono stati riqualificati rispetto alle loro mansioni originarie ed "istruiti" con dei corsi full immersion di un paio di giorni! Pertanto vi sconsiglio di prendere anche solo in considerazione l'idea di investire i Vostri risparmi allo sportello postale.
Poi abbiamo figure un pò più evolute come i Private Bankers a cui la Banca affida la gestione della clientela cosiddetta Vip, da 500mila euro in sù. Il risparmiatore viene ricevuto in strutture dedicate, con più riservatezza; a volte c'è la possibilità di scegliere tra una gamma di prodotti più ampia rispetto alla clientela retail, dove si rifilano solo i prodotti della casa, ma anche qui aldilà di un pò di fumo e di coreografia, spesso c'è poca sostanza, perchè anche in questo caso si fa sostanzialmente un collocamento di prodotti.
I risparmiatori più evoluti, come li definiscono le reti, vanno dal promotore finanziario, che è un agente di vendita che offre per conto di una Sim o di una Banca il servizio di consulenza in materia di investimenti. E' quindi chiaramente in conflitto d'interessi, non lavora per il cliente, ma per la banca, ovvero il soggetto che lo remunera. Il promotore vende un contratto di consulenza della sua mandante ed il cliente non è suo, ma della banca/sim per cui lavora, per cui quest'ultima può, in qualsiasi momento, sollevarlo dall'incarico ed assegnare la sua clientela ad un altro soggetto. Normalmente il promotore presta un'assistenza più continua e puntuale rispetto all'impiegato di banca che, essendo remunerato con uno stipendio fisso, è poco motivato ad effettuare un vero servizio di consulenza. Traendo il proprio sostentamento dal collocamento di prodotti, il promotore, in genere, tende a privilegiare strumenti di risparmio gestito come fondi, polizze assicurative o gestioni patrimoniali che assicurano maggiori ritorni (per lui) in termini economici. Così anche in fasi come quella attuale, caratterizzate da ritorni prossimi allo zero, si consigliano fondi monetari che hanno una sommatoria di costi (TER) superiore al rendimento atteso dello strumento sottostante......
Da un pò di tempo a questa parte, i risparmiatori possono avvalersi anche dei servizi del consulente finanziario indipendente (CFI). Questi è un libero professionista, come il commercialista o l'avvocato, che non vende prodotti per conto di nessuna società e trae la propria remunerazione esclusivamente dalla parcella pagata dal cliente.
L'attività del CFI si estrinseca in ambiti molto ampi ed anche eterogenei tra di loro (vedi sito www.nafop.org) che spaziano dalla gestione di patrimoni finanziari personali ed aziendali, alla consulenza aziendale, all'analisi di strumenti derivati ed arrivano sino al settore legale.
In tutti i casi all'inizio s'intraprende un intervento volto a ridurre tutti i costi inutili praticati dalle banche, arrivando se ciò non fosse possibile anche ad indicare intermediari alternativi, che possono offrire, a parità di qualiità del servizio, delle condizioni migliori e maggiore trasparenza. Ovviamente questo servizio non può essere offerto da una figura professionale legata ad una banca o ad una rete di vendita.
E' quindi del tutto evidente che il CFI è una figura molto diversa dagli altri operatori finanziari e quella che presta è una vera consulenza, senza alcun conflitto d'interesse.
Forse in Italia la gente non ha ancora la mentalità e l'abitudine di pagare la parcella in ambito finanziario, ma è solo questione di tempo. In ogni caso, già oggi, i risparmiatori pagano un conto ben più salato ed occulto, attraverso la sottoscrizione di prodotti che quando vabene sono opachi ed inefficienti (vogliamo ricordare il For You ed  il My Way, piuttosto che le polizze index con sottostanti le Lehman o le banche islandesi....solo per citare gli esempi più eclatanti?)
Un'ultima domanda: meglio avvalersi del supporto di un professionista "superpartes" che lavora nell'esclusivo interesse dei suoi clienti o di coloro che devono vendere prodotti perchè da essi trovano la fonte del proprio sostentamento? Ciascuno tiri le proprie conclusioni......

Fabrizio Taccuso - Studio Andreoli & Taccuso - Mantova
fabrizio.taccuso@alice.it

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