lunedì 28 dicembre 2009

L'ANNO CHE VERRA'....

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Una delle attività più antiche dell’uomo è stata senza dubbio quello di cercare di predire il futuro. E’ quindi del tutto normale che si sia tentato di applicare tale “arte” anche ai mercati finanziari; ecco quindi che tutti gli anni, di questi tempi, economisti, sedicenti guru, soloni della finanza, astrologi si cimentano in previsioni di vario tipo.  A tavolino le tesi addotte per suffragare le varie teorie sembrano tutte valide e credibili, altre volte invece vengono create ad arte, in quanto sono solo funzionali a rassicurare i risparmiatori o a piazzare  loro prodotti più o meno costosi.
Qualche esempio? Mi è capitato di riordinare in questi giorni il mio archivio ed ecco  alcune frasi diventate famose, pronunciate solo qualche giorno prima del fallimento di Lehman:
“Il peggio è probabilmente alle spalle” Dominique Strauss Kahn, direttore generale dal Fondo Monetario Internazionale (FMI)
“Mi riempirei di azioni al 100%. So bene che lo scivolo non è finito. I mercati potrebbero perdere un altro 10%. E la dico anche più grossa: andrei anche a leva, utilizzando i derivati per superare il limite del 100%. Perché a questi prezzi in Borsa non compreremo più per parecchi anni” – Pietro Giuliani, amministratore delegato di Azimut
“Quando i mercati scendono perde chi non investe” – Ennio Doris, presidente di Mediolanum
Come sia andata successivamente è sotto gli occhi di tutti.
Allo stesso modo, coloro che avevano previsto il crollo tra il 2008 ed il marzo 2009 (primo fra tutti Roubini)  hanno poi mancato il rimbalzo più corposo della storia. Che insegnamenti possiamo trarre da tutto questo?
La gente tende a prendere per “oro colato” ciò che sente o legge in quanto, oltre che provenire da personaggi famosi,  si trova  la “pappa” già bella e pronta, non deve decidere ed ha una scorciatoia che gli permette di giungere ad un’ipotetica soluzione sul da farsi.
Chi, come il sottoscritto, non deve vendere alcun prodotto, ma ha come unico obiettivo quello di perseguire, nel tempo, gli interessi dei propri clienti, può affermare con assoluta certezza che non esiste nessun “guru” in grado di sapere in anticipo come andranno i mercati finanziari; non esistono teorie, sistemi di trading o formule magiche che siano sempre vincenti in ogni situazione. Se qualcuno tenta di convincervi di questo girategli al largo!
Se non ci è dato  sapere come andranno i mercati nel 2010, abbiamo però qualche certezza!  Peter Lynch, uno dei più grandi manager di tutti i tempi sostiene che “investire senza ricerca e metodo è come giocare a poker senza guardare mai le carte”. Se non si hanno una strategia ed un modus operandi validi, difficilmente si possono ottenere, a meno di colpi di fortuna, risultati soddisfacenti e costanti nel tempo.
Un’altra certezza che abbiamo è che anche quest’anno l’85% dei gestori ha ottenuto risultati inferiori rispetto all’andamento del mercato; chi negli ultimi dieci anni si è affidato all’industria del risparmio gestito attraverso fondi comuni, gestioni patrimoniali, hedge found, unit ed index linked ha visto buona parte del suo patrimonio distrutto a beneficio di banche e sgr, alla faccia di chi sostiene che l’investimento azionario paga sempre nel lungo termine (ma dieci anni non sono forse lungo termine?). Inoltre come ci documenta settimanalmente l’inserto del Sole 24 Ore “Plus” sappiamo che continuano costantemente le pressioni commerciali a bancari e promotori finanziari da parte delle banche per vendere, ai malcapitati risparmiatori, prodotti opachi e poco efficienti.
Sappiamo che il gigantesco pacchetto di stimoli all’economia messo in campo dai vari Governi e dalle Banche Centrali non è servito a risolvere i problemi strutturali che avevano causato la crisi; piuttosto è servito alle grandi banche d’investimento, che dalla crisi hanno senz’altro tratto vantaggio: lo stipendio medio di ciascuno dei 30mila dipendenti di Goldman Sachs dovrebbe raggiungere la cifra record di 700mila dollari, senza considerare i picchi di qualche mln di dollari dei più grandi manager.
Sappiamo che la recessione è ben lungi dall’essere finita, diversamente da quello che ci raccontano, e che ci sono economie di interi paesi, europei e non, che dovranno fronteggiare notevoli problemi; che il numero dei disoccupati nelle economie occidentali è destinato a crescere di qualche milione di unità e che molte famiglie continueranno ad indebitarsi per arrivare alla fine del mese.
Cosa fare dunque in questo contesto? Bisognerà essere flessibili nelle proprie idee, nelle proprie scelte e non avere convinzioni rigide. Per quanto riguarda gli investimenti, meglio stare alla larga da prodotti costosi e poco trasparenti, che ingessano per anni il portafoglio. Dal momento che le banche tradizionali, dato l’attuale livello di tassi, non remunerano più la giacenza di conto corrente, cercatevi un buon conto on-line; via da fondi e gestioni monetarie ed obbligazionarie, i cui costi  nel 2010 saranno superiori al rendimento atteso.
Soprattutto cercatevi un consulente che faccia davvero i Vostri interessi, che vi segua  con attenzione e passione, che capisca davvero quello che è adatto alle vostre esigenze finanziarie e che non faccia come le banche che vi chiamano solo quando devono rifilarvi l’emissione obbligazionaria o la polizza per fare il budget.
Buon 2010 a tutti!

Fabrizio Taccuso – Studio Andreoli & Taccuso  –  Mantova

fabrizio.taccuso@alice.it

lunedì 14 dicembre 2009

RISPARMI IN FUMO.......



Secondo il consueto rapporto di Mediobanca sta continuando anche nel 2009, dopo l'anno horribilis 2008, il costante deflusso di raccolta da fondi e sicav italiane. Nei primi 10 mesi di quest'anno il saldo negativo tra sottoscrizioni e riscatti ammonta a più di 10 miliardi di euro.
Il dato però davvero inquietante è un altro: negli ultimi 10 anni chi ha investito in fondi ha ottenuto un rendimento del 2,5% in meno all'anno, rispetto all'investimento privo di rischio di un banalissimo Bot.
Sempre Mediobanca ha calcolato che negli ultimi 7 anni sono stati "bruciati" 75 miliardi di euro di risparmi degli Italiani. Questo essenzialmente per un motivo: i distributori tradizionali cioè le Banche, le Assicurazioni e la Posta hanno "consigliato" ai loro clienti strumenti molto onerosi ed altamente inefficienti, quali gestioni patrimoniali, fondi comuni, index e unit linked, obbligazioni strutturate.
Questi prodotti finanziari non fanno altro che ingrassare le loro casse e depauperare giorno dopo giorno le tasche dei loro clienti.
Da un'altra statistica emerge, purtroppo, che mediamente gli italiani dedicano per vari motivi (mancanza di conoscenze finanziarie, di tempo, di voglia) meno di un'ora alla settimana alla cura dei propri risparmi.
In questo modo l'asimmetria informativa, le esigenze di budget delle banche e la finanza comportamentale fanno si' che la maggior parte dei risparmiatori sbagli costantemente la tipologia di investimento e si accolli inutili rischi anche quando potrebbe farne a meno.
A questo punto sorge spontanea una domanda: non è forse il caso di demandare la cura dei propri risparmi a professionsti esperti che non hanno conflitti d'interesse e hanno come unico obiettivo la salvaguardia dei capitali dei loro clienti?
L'anno finanziario, che ormai volge al termine, non ha di certo dissipato le nubi che caratterizzano i mercati dalla seconda parte del 2007. I problemi strutturali che hanno scatenato la crisi finanziaria non sono di certo stati risolti, ci accompagnano tuttora (vedi Dubai e Grecia) e sicuramente torneranno a farsi sentire anche nel corso del 2010.
E' una scelta responsabile prepararsi adeguatamente a scenari quanto meno complessi e difficili. Lo Studio Andreoli & Taccuso vi può affiancare nella gestione dei Vostri capitali.