Una delle attività più antiche dell’uomo è stata senza dubbio quello di cercare di predire il futuro. E’ quindi del tutto normale che si sia tentato di applicare tale “arte” anche ai mercati finanziari; ecco quindi che tutti gli anni, di questi tempi, economisti, sedicenti guru, soloni della finanza, astrologi si cimentano in previsioni di vario tipo. A tavolino le tesi addotte per suffragare le varie teorie sembrano tutte valide e credibili, altre volte invece vengono create ad arte, in quanto sono solo funzionali a rassicurare i risparmiatori o a piazzare loro prodotti più o meno costosi.
Qualche esempio? Mi è capitato di riordinare in questi giorni il mio archivio ed ecco alcune frasi diventate famose, pronunciate solo qualche giorno prima del fallimento di Lehman:
“Il peggio è probabilmente alle spalle” Dominique Strauss Kahn, direttore generale dal Fondo Monetario Internazionale (FMI)
“Mi riempirei di azioni al 100%. So bene che lo scivolo non è finito. I mercati potrebbero perdere un altro 10%. E la dico anche più grossa: andrei anche a leva, utilizzando i derivati per superare il limite del 100%. Perché a questi prezzi in Borsa non compreremo più per parecchi anni” – Pietro Giuliani, amministratore delegato di Azimut
“Quando i mercati scendono perde chi non investe” – Ennio Doris, presidente di Mediolanum
Come sia andata successivamente è sotto gli occhi di tutti.
Allo stesso modo, coloro che avevano previsto il crollo tra il 2008 ed il marzo 2009 (primo fra tutti Roubini) hanno poi mancato il rimbalzo più corposo della storia. Che insegnamenti possiamo trarre da tutto questo?
La gente tende a prendere per “oro colato” ciò che sente o legge in quanto, oltre che provenire da personaggi famosi, si trova la “pappa” già bella e pronta, non deve decidere ed ha una scorciatoia che gli permette di giungere ad un’ipotetica soluzione sul da farsi.
Chi, come il sottoscritto, non deve vendere alcun prodotto, ma ha come unico obiettivo quello di perseguire, nel tempo, gli interessi dei propri clienti, può affermare con assoluta certezza che non esiste nessun “guru” in grado di sapere in anticipo come andranno i mercati finanziari; non esistono teorie, sistemi di trading o formule magiche che siano sempre vincenti in ogni situazione. Se qualcuno tenta di convincervi di questo girategli al largo!
Se non ci è dato sapere come andranno i mercati nel 2010, abbiamo però qualche certezza! Peter Lynch, uno dei più grandi manager di tutti i tempi sostiene che “investire senza ricerca e metodo è come giocare a poker senza guardare mai le carte”. Se non si hanno una strategia ed un modus operandi validi, difficilmente si possono ottenere, a meno di colpi di fortuna, risultati soddisfacenti e costanti nel tempo.
Un’altra certezza che abbiamo è che anche quest’anno l’85% dei gestori ha ottenuto risultati inferiori rispetto all’andamento del mercato; chi negli ultimi dieci anni si è affidato all’industria del risparmio gestito attraverso fondi comuni, gestioni patrimoniali, hedge found, unit ed index linked ha visto buona parte del suo patrimonio distrutto a beneficio di banche e sgr, alla faccia di chi sostiene che l’investimento azionario paga sempre nel lungo termine (ma dieci anni non sono forse lungo termine?). Inoltre come ci documenta settimanalmente l’inserto del Sole 24 Ore “Plus” sappiamo che continuano costantemente le pressioni commerciali a bancari e promotori finanziari da parte delle banche per vendere, ai malcapitati risparmiatori, prodotti opachi e poco efficienti.
Sappiamo che il gigantesco pacchetto di stimoli all’economia messo in campo dai vari Governi e dalle Banche Centrali non è servito a risolvere i problemi strutturali che avevano causato la crisi; piuttosto è servito alle grandi banche d’investimento, che dalla crisi hanno senz’altro tratto vantaggio: lo stipendio medio di ciascuno dei 30mila dipendenti di Goldman Sachs dovrebbe raggiungere la cifra record di 700mila dollari, senza considerare i picchi di qualche mln di dollari dei più grandi manager.
Sappiamo che la recessione è ben lungi dall’essere finita, diversamente da quello che ci raccontano, e che ci sono economie di interi paesi, europei e non, che dovranno fronteggiare notevoli problemi; che il numero dei disoccupati nelle economie occidentali è destinato a crescere di qualche milione di unità e che molte famiglie continueranno ad indebitarsi per arrivare alla fine del mese.
Cosa fare dunque in questo contesto? Bisognerà essere flessibili nelle proprie idee, nelle proprie scelte e non avere convinzioni rigide. Per quanto riguarda gli investimenti, meglio stare alla larga da prodotti costosi e poco trasparenti, che ingessano per anni il portafoglio. Dal momento che le banche tradizionali, dato l’attuale livello di tassi, non remunerano più la giacenza di conto corrente, cercatevi un buon conto on-line; via da fondi e gestioni monetarie ed obbligazionarie, i cui costi nel 2010 saranno superiori al rendimento atteso.
Soprattutto cercatevi un consulente che faccia davvero i Vostri interessi, che vi segua con attenzione e passione, che capisca davvero quello che è adatto alle vostre esigenze finanziarie e che non faccia come le banche che vi chiamano solo quando devono rifilarvi l’emissione obbligazionaria o la polizza per fare il budget.
Buon 2010 a tutti!
Fabrizio Taccuso – Studio Andreoli & Taccuso – Mantova
fabrizio.taccuso@alice.it
Se avete avuto problemi con la Vostra Banca, o con lo sportello della Posta, ora avete una strada aggiuntiva per rivendicare i Vostri diritti. E’ stato infatti introdotto l’Arbitrato Bancario Finanziario, una nuova procedura di risoluzione delle controversie che si svolgerà sotto il controllo della Banca d’Italia.
Sono soggetti alle decisioni dell’Arbitro le banche, gli intermediari iscritti negli elenchi previsti dal Testo unico bancario, gli istituti di moneta elettronica che operano in Italia, Poste italiane per le attività di Bancoposta e le banche e gli intermediari esteri che operano in Italia
E’ un sistema stragiudiziale che offre un’alternativa più semplice, rapida ed economica rispetto al ricorso al giudice. L’Arbitro è un organismo indipendente ed imparziale composto da cinque membri, di cui due nominati dalle associazioni dei consumatori e di categoria e tre dalla Banca d’Italia, che decide, in pochi mesi, chi ha ragione e chi ha torto. C’è, però, una procedura che i clienti devono rispettare: il reclamo alla banca é il primo passo; in caso di silenzio da parte della stessa o di risposta insufficiente, si può attivare il ricorso che puo’ avvenire via web, con posta elettronica certificata oppure per posta tradizionale, via fax o addirittura a mano.
Le decisioni non sono vincolanti come quelle del giudice, ma se l’intermediario non le rispetta, il suo inadempimento è reso pubblico e se il cliente non rimane soddisfatto della decisione dell’Arbitro può comunque rivolgersi al giudice.
L’Arbitro può decidere tutte le controversie che riguardano operazioni e servizi bancari e finanziari, come ad esempio i conti correnti, le carte di credito (anche revolving), i mutui, i prestiti personali fino a 100.000 euro, se il cliente chiede una somma di denaro; senza limiti di importo quando si chiede soltanto di accertare diritti, obblighi e facoltà (ad esempio quando si lamenta la mancata consegna della documentazione di trasparenza o la mancata cancellazione di un’ipoteca dopo aver estinto un mutuo).
Non possono essere decise controversie che riguardano servizi ed attività di investimento quali la compravendita di azioni ed obbligazioni, od operazioni in strumenti derivati che sono di competenza del sistema di conciliazione ed arbitrato della Consob attraverso l’Ombudsman giurì bancario; e nemmeno controversie di beni e servizi quali il bene concesso in leasing o venduto mediante operazioni di credito al consumo, oppure le forniture connesse a operazioni di factoring.
Non possono essere ricomprese controversie relative ad operazioni o comportamenti anteriori al 1 gennaio 2007. Per presentare il ricorso basta versare un contributo spese di 20 euro, che viene rimborsato dall’intermediario se il ricorso è accolto.
Non si può ricorrere se è pendente una causa o un altro tipo di conciliazione. Se sarà proposta una class action, l’arbitrato è escluso se il consumatore o utente aderisce all’azione collettiva.
Dato che per il ricorso all’Arbitro non è necessaria l’assistenza di un avvocato, il cliente può essere adeguatamente assistito da un consulente indipendente, con notevole risparmio di costi ed un’assistenza tecnica più completa e puntuale.
Alla base del nuovo organismo vi è un intento semplificativo del rapporto banca-cliente soprattutto in relazione al restringimento di tempi e costi per la soluzioni delle varie questioni. Tra la domanda del risparmiatore e la decisione non dovranno passare più di sei mesi. Una vera rivoluzione se si pensa ai tempi della giustizia civile.
Fabrizio Taccuso – Studio Andreoli & Taccuso - Mantova
fabrizio.taccuso@alice.it
Sono soggetti alle decisioni dell’Arbitro le banche, gli intermediari iscritti negli elenchi previsti dal Testo unico bancario, gli istituti di moneta elettronica che operano in Italia, Poste italiane per le attività di Bancoposta e le banche e gli intermediari esteri che operano in Italia
E’ un sistema stragiudiziale che offre un’alternativa più semplice, rapida ed economica rispetto al ricorso al giudice. L’Arbitro è un organismo indipendente ed imparziale composto da cinque membri, di cui due nominati dalle associazioni dei consumatori e di categoria e tre dalla Banca d’Italia, che decide, in pochi mesi, chi ha ragione e chi ha torto. C’è, però, una procedura che i clienti devono rispettare: il reclamo alla banca é il primo passo; in caso di silenzio da parte della stessa o di risposta insufficiente, si può attivare il ricorso che puo’ avvenire via web, con posta elettronica certificata oppure per posta tradizionale, via fax o addirittura a mano.
Le decisioni non sono vincolanti come quelle del giudice, ma se l’intermediario non le rispetta, il suo inadempimento è reso pubblico e se il cliente non rimane soddisfatto della decisione dell’Arbitro può comunque rivolgersi al giudice.
L’Arbitro può decidere tutte le controversie che riguardano operazioni e servizi bancari e finanziari, come ad esempio i conti correnti, le carte di credito (anche revolving), i mutui, i prestiti personali fino a 100.000 euro, se il cliente chiede una somma di denaro; senza limiti di importo quando si chiede soltanto di accertare diritti, obblighi e facoltà (ad esempio quando si lamenta la mancata consegna della documentazione di trasparenza o la mancata cancellazione di un’ipoteca dopo aver estinto un mutuo).
Non possono essere decise controversie che riguardano servizi ed attività di investimento quali la compravendita di azioni ed obbligazioni, od operazioni in strumenti derivati che sono di competenza del sistema di conciliazione ed arbitrato della Consob attraverso l’Ombudsman giurì bancario; e nemmeno controversie di beni e servizi quali il bene concesso in leasing o venduto mediante operazioni di credito al consumo, oppure le forniture connesse a operazioni di factoring.
Non possono essere ricomprese controversie relative ad operazioni o comportamenti anteriori al 1 gennaio 2007. Per presentare il ricorso basta versare un contributo spese di 20 euro, che viene rimborsato dall’intermediario se il ricorso è accolto.
Non si può ricorrere se è pendente una causa o un altro tipo di conciliazione. Se sarà proposta una class action, l’arbitrato è escluso se il consumatore o utente aderisce all’azione collettiva.
Dato che per il ricorso all’Arbitro non è necessaria l’assistenza di un avvocato, il cliente può essere adeguatamente assistito da un consulente indipendente, con notevole risparmio di costi ed un’assistenza tecnica più completa e puntuale.
Alla base del nuovo organismo vi è un intento semplificativo del rapporto banca-cliente soprattutto in relazione al restringimento di tempi e costi per la soluzioni delle varie questioni. Tra la domanda del risparmiatore e la decisione non dovranno passare più di sei mesi. Una vera rivoluzione se si pensa ai tempi della giustizia civile.
Fabrizio Taccuso – Studio Andreoli & Taccuso - Mantova
fabrizio.taccuso@alice.it