domenica 6 settembre 2009

E’ SOSTENIBILE A LUNGO L’ATTUALE RIPRESA DEI MERCATI?


Osservando i grafici dei principali listini azionari da marzo ad oggi sembrerebbe di essere all’inizio di un nuovo boom; le borse continuano imperterrite a salire ed il principale elemento di debolezza che aveva causato la crisi, cioè le banche, macinano profitti grazie agli aiuti che governi e Banche centrali hanno garantito finora e metteranno a disposizione anche nelle prossime settimane.
Ma ai più attenti non può non venire qualche dubbio se si inquadra il contesto attuale in una prospettiva più ampia.
I massicci interventi governativi sembrano essere finiti quasi esclusivamente nelle tasche dei finanzieri, aumentando significativamente il debito pubblico nelle economie avanzate, senza effetti sensibili sui conti, sulla produzione o sull'occupazione.
I grandi player della finanza hanno incamerato gran parte dei fondi destinati al “salvataggio” dell'economia, senza mutare sostanzialmente i loro comportamenti. Le alchimie contabili, ormai note, hanno addirittura permesso ai grandi manager di lucrare compensi superiori a quelli degli anni passati. Un successo ottenuto socializzando parte delle perdite e investendo gli aiuti governativi in operazioni spericolate che, invece di ridurre il rischio sistemico, lo stanno aumentando.
Alcune banche come Goldman Sachs hanno addirittura cambiato le proprie regole contabili, “eliminando” tout court il disastroso dicembre 2008 ed annunciando profitti puramente teorici, che ingrasseranno il management, ma non gli azionisti e nemmeno l'azienda nel lungo periodo.
Altri hanno approfittato della possibilità concessa dal governo americano di taroccare i bilanci valorizzando titoli spazzatura come se fossero buoni. Citigroup salvata dal governo e ora di fatto di proprietà pubblica, conserva oltre 83 miliardi di dollari di asset, del valore reale attualmente prossimo allo zero, parcheggiati in una speciale voce contabile.
Non potendo materialmente riempire i buchi, il governo americano ha infatti offerto a banche e finanziarie la possibilità di coprirli virtualmente, assegnando valori di fantasia a robaccia priva di valore, in attesa di tempi migliori; una soluzione che ha le gambe corte e che sta già rivelando i suoi limiti. In tanti ora si augurano una spirale inflazionistica che deprezzerebbe il valore reale dei debiti, per nulla preoccupati dalle conseguenze devastanti che potrebbe avere per intere popolazioni.
E’ del tutto evidente che l’unico modo per far ripartire in maniera sana e duratura l’economia mondiale sarebbe la ripresa dell’erogazione del credito alle imprese ed il sostegno dei consumi, invece la finanza mondiale va nella direzione opposta, incamerando i finanziamenti pubblici per coprire le perdite pregresse e per retribuire lautamente i maghi della finanza.
Il tutto mentre i consumi mondiali continuano a diminuire ovunque e, solo negli Usa dall’inizio della recessione ad oggi sono stati persi 7,4 milioni di posti di lavoro. I mass media evidenziano solo dati parziali che raccontano di minimi aumenti calcolati su dati che erano già sprofondati nel baratro; del resto la grande crisi del '29, alla quale si paragona l'attuale, durò anni e non lo spazio di qualche quadrimestre, come commentatori prezzolati dai politici cercano di farci credere oggi, annunciando ormai da mesi l'arrivo della ripresa.
Negli ultimi mesi tanti risparmiatori hanno partecipato al banchetto delle Borse, ma è quanto mai doveroso ed opportuno da parte di chi, come me, si occupa della gestione e della pianificazione dei risparmi metterli in guardia da questo assai critico contesto internazionale.
Un’ultima considerazione mi sorge spontanea: cosa succederà quando terminerà il fiume di liquidità che i governi stanno iniettando sui mercati?

Fabrizio Taccuso - Studio Andreoli & Taccuso - Mantova

fabrizio.taccuso@alice.it

Nessun commento:

Posta un commento