sabato 12 settembre 2009

SCUDO FISCALE...... PERCHE’ CONVIENE ADERIRE

Se siete tra coloro che si sono limitati ad “autoridursi” la pressione fiscale attraverso la creazione di “black”, prudentemente e gelosamente custodito presso una banca estera, è giunto il momento di fare qualche riflessione.
E’ vero che ultimamente sulla stampa è stato fatto un certo allarmismo, a volte sconfinante in terrorismo psicologico, per convincervi a cedere; ma è anche vero che ci sono stati dei casi di “scoperchiamento del pentolone” che non possono essere ignorati. Mi riferisco al caso Liechtenstein /fisco tedesco e, più recentemente, al caso UBS/fisco americano.
Quindi la caccia ai paradisi fiscali ha fatto oggi le prime 'vittime' ed in Svizzera continua ad aumentare la pressione sul segreto bancario.
Ultimamente il Liechtenstein si è detto pronto a collaborare in materia di evasione e frode fiscale; poco dopo anche Andorra e Belgio hanno annunciato di voler allentare il proprio segreto bancario. Per il momento dalla confederazione elvetica giungono reazioni alquanto prudenti, anche se il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz ha ammesso che "la situazione potrebbe complicarsi", in vista della scadenza del trattato del 2010.
A questo punto occorre aprire anche una parentesi di tipo prettamente finanziario, perché l’esperienza dice che la cosa non è affatto scontata. Sappiamo bene che ci sono delle resistenze circa il presunto maggior grado di sicurezza che avrebbero i fondi detenuti fuori dal nostro paese il cui rating non è certo da tripla A. Allora, per quanto banale, occorre specificare che la sicurezza si riferisce esclusivamente agli strumenti finanziari in cui sono investiti i fondi, indipendentemente dal paese che li detiene (è più sicuro un titolo di stato svizzero in un deposito italiano o un titolo islandese o italiano in un deposito svizzero?) E chi l’ha detto che la Svizzera è più solvibile dell’Italia? Il rating? E chi lo rilascia? Gli stessi che hanno attribuito la tripla A a Lehman?
Un altro aspetto importante da considerare è che il rimpatrio costa il 5% dell’ammontare rimpatriato, ma è anche vero che il capitale investito all’estero è quasi sempre soggetto a costi di gestione esorbitanti e poco trasparenti.
Il nostro Studio è in grado di fare un’analisi accurata ed approfondita delle Vostre posizioni all’estero, valutando gli strumenti in cui le somme sono attualmente investite e soprattutto consigliandovi il modo migliore per poter procede al rimpatrio.
Attenzione però a non cadere dalla padella alla brace: le banche italiane che hanno intravisto il business (si stima infatti che l’ammontare dei capitali illecitamente esportati nei forzieri delle banche estere a tutt’oggi sia di 550 miliardi di euro) sono già pronte a proporre i soliti strumenti inefficienti da budget: fondi, gestioni, polizze index.....
Anche in questa importante fase di riallocazione del Vostro patrimonio, siamo in grado di assisterVi per il meglio sulla base delle Vostre esigenze finanziarie, con un’adeguata e completa pianificazione finanziaria.
Conclusione: in considerazione del clima da “caccia alle streghe” che si sta instaurando, della non certo esagerata “tangente” richiesta per ottenere il colpo di spugna, ma soprattutto considerata la contestuale estinzione dei reati commessi a monte, come quello classico di omessa o infedele dichiarazione (se di altro si tratta, meglio riconsiderare la faccenda), tutto ciò premesso chi ve lo fa fare di perdere (anche) questa occasione? Ne va della tranquillità dei vostri sogni. Quanto vale questa tranquillità? Di più o di meno del 5%?

Studio Andreoli & Taccuso – Mantova – mercatoliberomantova@gmail.com

1 commento:

  1. sono sincero....è un problema che mi paicerebbe avere. a presto am

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