sabato 11 luglio 2009

IL VALORE DELL'INDIPENDENZA


Prendo spunto da un articolo dal titolo “Promotori o Consulenti? Uno vale l’altro” in cui un private banker di una nota banca dice: “Se chiedete al risparmiatore italiano medio, questo vi risponderà che tutto ciò di cui avrebbe bisogno sarebbe semplicemente un referente con un minimo di competenza e dall’assoluta, inscalfibile integerrimità, sia esso un impiegato bancario, un promotore, un agente assicurativo o un consulente ‘indipendente’ che dir si voglia”.

Concordo pienamente da un punto di vista filosofico con il concetto espresso; spesso i risparmiatori non conoscono, ancora, purtroppo, le differenze tra le varie figure, e comunque ci possono essere bravi bancari, bravi assicuratori o bravi promotori; ma il private banker sbaglia clamorosamente poco dopo dicendo: “Purtroppo poi, però, esistono anche i manager, i capi area commerciali, i budget, le campagne aziendali e le logiche commerciali insite nel sistema, dominato dalle lobby finanziarie, cui neanche i consulenti indipendenti, almeno sino ad ora, possono dimostrare di essersi sottratti”.

Eh no caro private banker! I consulenti indipendenti non possono essere accomunati al “calderone”; noi costituiamo la vera e netta discontinuità del sistema!

Basta con il qualunquismo e lo sparare nel mucchio, per confondere volutamente le idee dei risparmiatori!!

Io svolgo questa professione da due anni e posso dire senza ombra di dubbio che ciò che ci caratterizza è proprio l’assenza di quelle logiche suddette, tipiche delle banche e delle reti di promozione finanziaria.

Noi non abbiamo nessun capoarea, non abbiamo campagne aziendali e quindi ovviamente nemmeno budget di prodotto. Abbiamo scelto una strada nuova , meno facile, per ora, ma senza dubbio più stimolante, in cui il nostro unico ed imprescindibile obiettivo è la soddisfazione del cliente e il riuscire a rispondere alle sue vere esigenze, palesi o latenti, attraverso strumenti efficienti.

E’ questo che ci contraddistingue, oltre al notevole risparmio di costi, che il nostro apporto permette di ottenere ai clienti, attingendo, nella costruzione dei portafogli e nelle scelte d’investimento, tra tutti gli strumenti finanziari presenti sul mercato.

Così mentre i mercati precipitavano, dimezzandosi, bancari e promotori raccomandavano ai loro clienti di non smobilizzare i fondi e le gestioni, per mantenere le laute commissioni assicurate loro dal gestito, e dicendo che nel lungo termine l’investimento azionario paga sempre. Ma quanto è lungo il lungo termine?

Oggi, con i mercati azionari a livelli più bassi di dieci anni fa, parecchi clienti hanno perdite cocenti che non si sa quando e se recupereranno ed hanno pagato commissioni salatissime su fondi del tutto inefficienti con TER del 3 o 4% annuo. Per non parlare delle “favolose” index o unit linked proposte per rimpinguare gli utili aziendali.

Questo mentre noi consulenti indipendenti consigliavamo ETF liquidità o altri strumenti che puntavano sui ribassi dei mercati azionari….

E’ solo un esempio, ma i nostri clienti oggi hanno più soldi di prima, mentre buona parte dei clienti delle banche e dei promotori vedono il loro patrimonio notevolmente ridotto a causa delle logiche di cui sopra.

E’ un caso?…… Ai risparmiatori informati e consapevoli la sentenza………..

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